A pochi giorni dalla nomina del nuovo commissario straordinario per la gestione dell’emergenza Psa Giovanni Filippini, Confagricoltura Alessandria, con la presidente Paola Sacco, torna a chiedere la messa in campo di interventi decisivi, con un’operatività concreta, per arginare l’epidemia. “Oggi la densità dei cinghiali in alcune zone d'Italia è almeno 5 volte superiore rispetto alla sopportabilità dell'ecosistema. Occorre imprimere con forza una svolta nel depopolamento di questi animali, principali vettori della malattia” evidenzia Sacco. Misure di contenimento e prevenzione, puntuali e capillari, coordinate tra le varie istituzioni coinvolte comprese le Regioni e le PPAA e con la collaborazione delle organizzazioni agricole e della filiera, sono prioritarie e irrimandabili.
“Gli allevatori, che hanno preso coscienza del problema in tempi rapidi, hanno già fatto molto e continuano a osservare scrupolosamente quanto riportato nel Decreto Biosicurezza. È però necessario non abbassare la guardia, prestando ancora più attenzione a tutte le operazioni svolte sia all’interno delle strutture aziendali, sia in ingresso e in uscita dalle stesse” conclude Sacco.
Confagricoltura Alessandria sottolinea l'importanza degli indennizzi agli imprenditori agricoli colpiti, in sofferenza a causa della mancata redditività, a causa delle misure di restrizione sanitarie, ed auspica un intervento coordinato tra Ministeri e Regioni coinvolti, sul lungo periodo, che includa una più celere erogazione dei ristori, il riconoscimento di un risarcimento per i capi in esubero non macellabili, garantendo la sostenibilità economica delle aziende.
Il settore suinicolo in Italia, con 8,1 milioni di capi (purtroppo in calo, in confronto ai circa 8,8 milioni nel 2020) in oltre 26mila allevamenti, vale 4,3 miliardi di euro come produzione agricola e 9,1 miliardi di euro considerando la trasformazione, nonché 2,3 miliardi come export, ossia il 3,6% del totale dell’agroalimentare (dati ISMEA). Al momento, il mercato interno oscilla e stenta a ripartire con vigore. L'ultimo rapporto ISMEA, infatti, segnala un +0,6% per i capi destinati al macello (primo quadrimestre del 2024) e un progressivo calo dei costi di produzione. Notevole anche il contributo degli allevamenti, alcuni situati in Piemonte, alla produzione DOP ed IGP. Nonostante l’Italia rimanga il primo esportatore mondiale di preparazioni e conserve stagionate, il comparto è scosso dalle criticità legate alla PSA che causa limitazioni all'export e costi di produzione ancora elevati, con relativi contraccolpi sui consumi, anche interni.