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ANNO
2025
ANNO 2025 - NUMERO 61
15/09/2025
Divieto di utilizzo dell’urea nel bacino padano da 1° gennaio 2028

La Delibera del Consiglio dei Ministri del 20 giugno 2025 ha approvato il Piano di Azione Nazionale per il Miglioramento della Qualità dell’Aria.

Il provvedimento risponde alla necessità di dare esecuzione alle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 10 novembre 2020 e del 12 maggio 2022 e di superare le procedure di infrazione avviate dalla Commissione Europea per il superamento dei limiti di PM10, biossido di azoto (NO2) e PM2,5 in numerose aree del territorio nazionale (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Puglia, Toscana, Sicilia, Umbria, Campania e Lazio).

L’obiettivo dichiarato è una riduzione sostanziale delle emissioni inquinanti, accompagnata da una forte azione di sensibilizzazione pubblica e da misure tecniche e regolatorie nei settori maggiormente responsabili delle emissioni.

All’interno del Piano, un capitolo di rilievo riguarda gli interventi dedicati al settore agricolo. Le misure previste mirano a ridurre le emissioni derivanti dalle pratiche agronomiche e dalla gestione degli effluenti zootecnici.

Tra le azioni più significative spiccano:

• Divieto di utilizzo dell’urea nel bacino padano

Dal 1° gennaio 2028 sarà vietato l’impiego di fertilizzanti a base di urea nelle Regioni del bacino padano. La misura, di natura regolamentare, punta a ridurre le emissioni di ammoniaca in atmosfera, una delle principali cause della formazione di particolato fine (PM 2,5). Il provvedimento incentiva la sostituzione dell’urea con fertilizzanti organici (digestato agrozootecnico e agroindustriale, reflui zootecnici e biochar) o con fertilizzanti di sintesi chimica alternativi. Poiché la sostituzione comporta maggiori costi per le imprese agricole (stimati in almeno 150 euro per ettaro), il Piano prevede specifici interventi di sostegno cofinanziati dal FEASR nell’ambito del Piano Strategico Nazionale 2023-2027.

• Incentivi per attrezzature di spandimento sostenibile

Il piano prevede l’attivazione di incentivi per l’acquisto di attrezzature che consentano tecniche sostenibili di distribuzione dei reflui zootecnici e del digestato, quali la fertirrigazione, l’interramento contestuale allo spandimento e l’iniezione diretta nel terreno. La misura, destinata alle Regioni del bacino padano, mira a minimizzare le perdite di azoto in atmosfera durante l’applicazione. È prevista l’emanazione di un decreto interministeriale e lo stanziamento di 50 milioni di euro.

• Diffusione della concimazione a rateo variabile

Quest’azione mira a incentivare l’adozione della concimazione a rateo variabile, una tecnica che regola la quantità di fertilizzante somministrata al suolo in base alle effettive necessità agronomiche, riducendo così gli apporti in eccesso e le emissioni correlate. Lo stanziamento massimo per tale azione può arrivare a 13 milioni di euro. Il decreto ministeriale che attiverà tale azione prevederà incentivi per l’acquisto di macchinari e software dotati di mappe di prescrizione, capaci di modulare gli input nutritivi in modo mirato. Le risorse saranno destinate a spese di investimento, per l’acquisto di macchine e del software con le mappe di prescrizione, in grado di modulare la quantità di fertilizzante o ammendante da somministrare al suolo al fine di ridurre gli input ambientali e il surplus di elementi nutritivi (azoto, potassio, ecc.).

Altre misure di interesse includono il sostegno alla ricerca su trattamenti innovativi per digestato ed effluenti zootecnici, con progetti mirati all’uso di additivi nelle vasche di stoccaggio, alla valorizzazione di residui colturali come sfalci e potature. Questa azione dispone di risorse pari a 10,7 milioni di euro. È inoltre prevista la promozione dell’uso di inibitori della nitrificazione per ridurre le perdite di azoto da effluenti e digestato. Lo studio, affidato al CREA, valuterà l’efficacia e gli effetti sul suolo di tali sostanze e sarà finanziato con un massimo di 1 milione di euro, subordinato all’adozione di una specifica norma.

15/09/2025
Agrivoltaico e contributi PAC: la risposta del MASAF e le osservazioni di Confagricoltura

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) ha fornito chiarimenti ufficiali a seguito delle osservazioni di Confagricoltura circa l’ammissibilità delle superfici agricole con impianti agrivoltaici ai pagamenti diretti della PAC.

La questione nasce dalla bozza di circolare Agea che escludeva l’accesso ai contributi per i terreni con impianti agrivoltaici di tipo 2, suscitando preoccupazione tra le organizzazioni agricole.

Con la Nota del 21 luglio 2025 il MASAF ha chiarito i principi guida per l’ammissibilità delle superfici agricole sulle quali sono installati impianti agrivoltaici agli aiuti PAC. In particolare, il MASAF ha chiarito che una superficie può essere considerata agricola se viene mantenuta in condizioni idonee al pascolo o alla coltivazione e se l’agricoltore può svolgere almeno una pratica colturale ordinaria all’anno, nel rispetto dei criteri di condizionalità. La superficie resta ammissibile solo se:

• l’attività non agricola non ostacola quella agricola per oltre 60 giorni l’anno;

• non vi sono strutture permanenti che impediscono le operazioni colturali;

• si mantengono le buone condizioni agronomiche e ambientali.

Nella nota il MASAF precisa che, relativamente all’ammissibilità degli impianti agrivoltaici, le stesse linee guida 2022 elaborate dal MITE, indicano che:

• gli impianti di tipo 1 e 3 sono identificabili come impianti agrivoltaici con moduli elevati da terra che ottimizzano le prestazioni del sistema agrivoltaico sia in termini energetici che agricoli;

• gli impianti agrivoltaici di tipo 2, quelli per cui l’altezza dei moduli da terra non è progettata in modo da consentire lo svolgimento delle attività agricole al di sotto dei moduli fotovoltaici.

“Per quanto detto, si ritiene che la presenza di un impianto agrivoltaico di “tipo 2” rappresenti una struttura permanente che interferisce con lo svolgimento dell’ordinario ciclo colturale e, pertanto, non possa garantire il pieno rispetto delle condizioni, citate in premessa, per l’accesso ai pagamenti diretti previsti dalla PAC “.

I pagamenti diretti spettano esclusivamente all’agricoltore che detiene un valido titolo di conduzione, con piena autonomia nelle scelte colturali e libero accesso ai terreni. Eventuali vincoli legati alla gestione dell’impianto agrivoltaico non devono condizionare la sua attività

Confagricoltura, nella propria nota tecnica del 25 giugno 2025, ha espresso forte preoccupazione per l’inammissibilità delle superfici con impianti di tipo 2.

Questa tipologia è oggi la più diffusa in agricoltura e, a causa dei costi e delle complessità degli impianti di tipo 1 e 3, è destinata a crescere ulteriormente.

Le stesse linee guida MITE prevedono che almeno il 70% della superficie agraria interessata da un sistema agrivoltaico debba rimanere coltivata, dunque la destinazione agricola resta prevalente. Per Confagricoltura, quindi, sarebbe più coerente rendere ammissibile almeno la quota coltivata (es. 70% o percentuale effettiva), piuttosto che escludere l’intera superficie.

In linea di principio, qualsiasi superficie agricola interessata da sistemi agrivoltaici dovrebbe essere ritenuta ammissibile ai fini PAC, salvo i necessari calcoli sulla parte effettivamente coltivata.

Un ulteriore punto sollevato dall’associazione riguarda i titoli di conduzione.

Per Confagricoltura occorre riconoscere la validità di diverse fattispecie contrattuali, come la cessione del diritto di superficie o del diritto di usufrutto da parte dell’agricoltore a favore di operatori energetici, a condizione che l’attività agricola resti garantita.

In tali casi, anche se l’impianto è di proprietà di un soggetto terzo, l’agricoltore deve poter continuare a condurre il fondo, traendo reddito dalla coltivazione

Il nodo, quindi, rimane aperto: da un lato la necessità di tutelare la prevalenza agricola delle superfici finanziate dalla PAC, dall’altro l’esigenza di favorire la diffusione di un modello di agrivoltaico integrato, che consenta agli agricoltori di coniugare produzione agricola ed energetica.

 

 

15/09/2025
A Risò il convegno di Confagricoltura su “Cultura del Riso e futuro globale”

“Cultura del riso e futuro globale: il ruolo del vercellese tra storia, eccellenza e sfide internazionali” è il titolo dell’evento che si è svolto sabato 13 settembre, a Vercelli, in occasione di Risò, fiera internazionale del riso.   

La moderazione dell’evento è stata affidata al presidente dell’Unione provinciale di Vercelli, Benedetto Coppo, risicoltore e agronomo, che ha lasciato spazio all’intervento del Ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il quale, in piena sinergia con la sala, ha ribadito l’importanza di raggiungere come obiettivo unico e unitario la tutela e la salvaguardia del lavoro degli agricoltori, custodi del territorio, e alla creazione di generazioni forti. Un concetto già espresso durante il meeting di ieri, tenutosi presso il Teatro Alfieri alla presenza di nove rappresentanti l’economia agricola di altrettanti Paesi esteri, che riuniti sotto colori politici diversi, hanno manifestato l’esigenza di mantenere solidi i capisaldi dell’agricoltura tradizionale.

Le Istituzioni si sono confrontate sulle maggiori criticità del comparto, le prospettive e le nuove sfide che la risicoltura piemontese dovrà affrontare, a fronte della nuova regolamentazione sulla PAC, dell’applicazione del deflusso ecologico che coinvolge la gestione idrica e degli scenari internazionali in continua evoluzione.

Un dibattimento molto vivace si è poi sviluppato grazie all’intervento di Mario Francese, presidente Associazione Industrie Riserie Italiane con cui Luca Brondelli di Brondello, vicepresidente di Confagricoltura, Natalia Bobba, presidente Ente Nazionale Risi e Davide Gilardino presidente della Provincia di Vercelli hanno ragionato sulle logiche di mercato dei prossimi mesi, in cui diversi fattori, tra cui una forte svalutazione del dollaro, potrebbe incidere sui ricavi delle aziende.

L’Assessore regionale all’Agricoltura e al Commercio, Paolo Bongioanni, ha ribadito con forza il suo impegno in sostegno ai risicoli, evidenziando il grande lavoro della Direzione Agricoltura presieduta dal dott. Paolo Balocco, ma anche l’operato della Direzione al Commercio che intende valorizzare il riso, in tutte le sue forme.

Per Confagricoltura Alessandria erano presenti la presidente Paola Sacco e il direttore Cristina Bagnasco.