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ANNO
2025
ANNO 2025 - NUMERO 29
27/01/2025
I giovani agricoltori tra i protagonisti delle assemblee di Zona di Confagricoltura Alessandria

Cinque tappe in cinque giorni per incontrare gli imprenditori agricoli e tracciare le priorità delle azioni di Confagricoltura Alessandria: si sono concluse venerdì 24 gennaio, con l’incontro di Casale Monferrato, le assemblee di Zona di Confagricoltura Alessandria durante le quali i dirigenti del più antico sindacato degli agricoltori hanno dialogato con i soci. La prima tappa è stata invece il capoluogo, Alessandria, lunedì 20 gennaio, seguite da Acqui terme/Ovada, Novi Ligure, Tortona.

“Quest’anno abbiamo voluto innanzitutto dare spazio ai nostri agricoltori per ascoltarne le esigenze e spiegare loro l’azione sindacale svolta durante l’anno – ha spiegato la presidente provinciale Paola Sacco – Nonostante le diverse zone abbiano specificità diverse, alcune problematiche sono spesso comuni: siamo preoccupati per il continuo consumo di suolo (il cemento, con i suoi oltre 25 mila ettari di suolo, è, di fatto, la seconda ‘coltura’, dopo il frumento, che ne occupa 28 mila circa), per l’avanzare dei pannelli fotovoltaici che occupano sempre più campi. Come associazione siamo favorevoli alle fonti di energia alternative, ma soprattutto quando si tratta di piccoli impianti agrivoltaici realizzati dagli agricoltori sui propri terreni”. 

“Tra le altre problematiche – aggiunge - rileviamo la presenza insostenibile di ungulati e quella crescente dei lupi, il persistere della peste suina africana, la difficoltà per gli agricoltori della provincia di Alessandria di accedere ai bandi regionali. Sono tutti temi che ci vedranno impegnati con forza anche nel corso del 2025. Abbiamo comunque già portato a casa importanti risultati, come la proroga del termine per le giacenze del gasolio agricolo”.

Altro tratto comune alle cinque zone, dove sono presenti gli uffici di Confagricoltura è stata un’ampia presenza di giovani. “E’ una grande soddisfazione vedere che i giovani non hanno smesso di credere nel settore primario e sono pronti ad impegnarsi in agricoltura. I giovani sanno innovare ed è caratteristica di cui tutti abbiamo bisogno. Cercheremo di essere a fianco questi giovani coraggiosi, che hanno avviato una propria attività o preso in mano le redini di quella dei genitori”, ha sottolineato la direttrice provinciale Cristina Bagnasco.

Al termine delle relazioni, è stato lasciato ampio spazio agli interventi degli imprenditori, che evidenziano la preoccupazione per il continuo aumento di costi e la riduzione dei margini di guadagno, oltre ad una forte preoccupazione per le politiche europee che impongono vincoli insostenibili.

A Casale Monferrato era presente il vice presidente nazionale di Confagricoltura, Luca Brondelli di Brondello che ha portato lo sguardo oltre ai confini nazionali: “L’Italia ha un’industria agroalimentare forte ma la produzione agricola italiana non riesce a garantirne il fabbisogno. Per valorizzare la produzione italiana vediamo come unica soluzione quella dei contratti di filiera tra l’industria e i produttori, affinché la prima possa riconoscere agli agricoltori italiani, che sanno fare qualità come nessun altro, il giusto prezzo e affinché l’agricoltura non sia più l’anello più debole della catena”. Va in questa direzione il recente l’accordo tra Confagricoltura e Unione Italiana Food incentrato proprio sul rafforzamento della filiera del made in Italy.

Nel corso delle assemblee sono stati attribuiti, per il secondo anno consecutivo, dei riconoscimenti simbolici alle aziende o a singoli imprenditori per la fiducia posta in Confagricoltura Alessandria.

Per la zona di ALESSANDRIA, il riconoscimento è andato all’azienda di Giovanna Pierina Broda, in quanto una delle più longeve dell’alessandrino e al giovanissimo Andrea Pinardi, classe 2004.

Per ACQUI TERME/OVADA il riconoscimento per l’azienda più longeva è andato a Giuseppe Barbero, mentre quello per l’azienda più giovane a Matteo Dallator.

Per la zona di NOVI LIGURE sono stati premiati i giovani imprenditori Fabio Gatti, Romolo Picollo, Silvia Barbieri, Alberto Gamaleri, Marta Fasciolo, Luca Arcolini e Michela Fruzzetti, Davide e Luca Quaglia.

Per la zona di TORTONA, sono stati premiati i giovani agricoltori Andrea Curone, Federico Gatti, Cesare Giovanetti, Giovanni Pareti, Umberto Bagnasco, Gabriele e Federico Bassi, Lorenzo Camerini.

Infine, per la zona di CASALE MONFERRATO il riconoscimento per l’azienda più longeva è andato a Nicola Canepa, socio di Confagricoltura Alessandria da 95 anni, mentre per l’azienda più giovane a Alexandru Ginga e Gheorghe Ginga dell’azienda  agricola Giorcelli.

27/01/2025
Confagricoltura e Unione Italiana Food insieme per garantire la filiera italiana

Garantire cibo accessibile, sano e sostenibile di fronte al fabbisogno crescente della popolazione mondiale che tra meno di 60 anni arriverà a 10,3 miliardi di persone. E allo stesso tempo, con il 2024 che è stato l'anno più caldo di sempre, trovare soluzioni per fronteggiare i cambiamenti climatici che incidono negativamente sulle coltivazioni. Sono queste, assieme al preoccupante contesto geopolitico, le principali sfide che l’agricoltura e l’industria alimentare dovranno fronteggiare insieme per assicurare a livello globale food security e sostenibilità delle filiere.

“La filiera alimentare - spiega il professore Riccardo Valentini, ricercatore in ecologia e ruolo dei sistemi agroforestali nei cambiamenti climatici, Università degli Studi della Tuscia - deve essere completamente reinventata poiché i nuovi poveri urbani saranno esposti alla scarsità e all'accessibilità del cibo. Allo stesso tempo in alcune regioni del mondo l'aumento degli estremi climatici produrrà effetti negativi sui settori dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca. Nonostante la complessità e la portata delle trasformazioni globali, viviamo un’epoca di grandi innovazioni scientifiche e tecnologiche che si apprestano a disegnare un nuovo futuro anche per il settore agroalimentare. L’Italia - conclude - ha un ruolo decisivo su questa partita anche alla luce del patrimonio storico e culturale della nostra dieta mediterranea, che ha rappresentato nei secoli ed ancora rappresenta un esempio strategico di innovazione e di salute per l’uomo ed il Pianeta che tutto il mondo ci invidia”.

Ed è con questo spirito che Confagricoltura e Unione Italiana Food hanno voluto stringere un’alleanza con l’intento di aiutare le filiere agroalimentari a raccogliere queste sfide, fornendo soluzioni concrete.

Sulla scia del successo dello storico Protocollo d’intesa della filiera grano-pasta, Confagricoltura e Unione Italiana Food lanciano infatti il nuovo progetto dedicato alla filiera del pomodoro da industria, realizzato in collaborazione con Value Groovers, spin off dell'Università della Tuscia. Il progetto ha l’obiettivo di avvicinare l’offerta del mondo agricolo con la domanda dell’industria, creando al contempo valore aggiunto e maggior efficienza per l’intera filiera produttiva.

A partire dall’estate 2024, il team di lavoro coordinato dal prof. Emanuele Blasi ha avviato una fase di confronto con parte agricola e industriale, agevolato la raccolta dei fabbisogni e la condivisione delle priorità di intervento funzionali a rendere la filiera del pomodoro da industria italiana sempre più coesa e competitiva, pronta a rispondere alle future sfide per il settore. Gli elementi emersi dall’analisi hanno permesso l’avvio di nuove modalità gestione delle relazioni contrattuali e commerciali, facendo ricorso a nuove tecnologie, modelli di business e innovazioni organizzative. Durante la campagna 2025 un ricco portfolio di pratiche verrà testato da imprese agricole e industrie di prima e seconda trasformazione al fine di restituire indicazioni utili a garantire l’ottenimento di approvvigionamenti di produzioni di qualità e sostenibili, il cui valore aggiunto possa diventare patrimonio di tutte quelle imprese disposte ad investire per il consolidamento della filiera del pomodoro italiano, interessata oggi da una campagna complicata, sempre più condizionata dalle mutate e incerte condizioni climatiche e dalle pressioni dei mercati internazionali.

Tanto più rilevante è questa iniziativa considerando che con oltre 5 milioni di tonnellate, l’Italia, è il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria, dopo California e Cina. Nel nostro paese si sono coltivati nel 2024 oltre 75mila ettari, per il 55% nel Nord Italia e per il 45% nel Centro-Sud. Le superfici sono in aumento (+10,80%), mentre la produzione è in flessione (-2,5%) sostanzialmente a causa della riduzione delle rese, che si può stimare in -12% tra il 2023 ed il 2024.

Nesce così UniEat,  un’alleanza nata per rafforzare l’efficienza delle filiere, replicando e ampliando progetti di successo; stimolare la competitività attraverso la sostenibilità delle produzioni alimentari, l’efficientamento della rete logistica e dei sistemi di stoccaggio; valorizzare il modello mediterraneo con attività di informazione, promozione ed educazione alimentare; sostenere e collaborare con territori e comunità per creare valore condiviso; garantire prodotti sempre più salutari grazie alla ricerca e all’innovazione.

Si impegna inoltre a sviluppare iniziative di promozione all’estero per evidenziare come la sinergia tra le filiere continui a portare valore alle nostre eccellenze nel mondo. Ciò a partire, ad esempio, dalla missione a Doha nell’ambito della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (16-22 novembre 2024), caratterizzata da incontri di business tra aziende italiane e operatori qatarini e visite presso i più rappresentativi punti vendita della distribuzione locale. Va nella direzione del sostegno delle filiere e del lavoro di squadra anche la partecipazione al primo World Durum and Pasta Forum, insieme ai più importanti attori della filiera del grano duro ed esperti internazionali. Un’occasione per ribadire la necessità di far tornare ai livelli più alti il tasso di autoapprovvigionamento del grano duro, condizionato dalle avversità climatiche.

27/01/2025
Agrifood Forum 2025, al via la 4a edizione dell’evento sulla sostenibilità agroalimentare di Rinnovabili

 Mercoledì 29 gennaio 2025 a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, si terrà la quarta edizione di Agrifood Forum. Organizzato dalla media company Rinnovabili in collaborazione con Confagricoltura e con il patrocinio di RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), Symbola ed Earth Day Italia.

 “Agricoltura vs. Ambiente: causa del problema o parte della soluzione?” è il tema di questa edizione del Forum. Istituzioni, associazioni, aziende e innovatori chiamati a rispondere a una questione urgente: come rendere le pratiche agroalimentari un drive di transizione verso la sostenibilità ambientale

 Agrifood Forum, l’evento digitale dedicato all’agricoltura e all’alimentazione sostenibili. Dopo il successo degli anni passati, l’appuntamento organizzato dalla Media Company Rinnovabili affiancherà alla consueta diretta streaming un incontro in presenza grazie alla collaborazione con Confagricoltura, che ospiterà l’evento nella sua sede nazionale di Palazzo della Valle a Roma. Una scelta, quella di puntare anche sull'evento fisico, nata per ampliare le possibilità di confronto e networking tra i partecipanti sempre più numerosi.

E' possibile seguire i lavori in streaming dalla pagina web di Confagricoltura 

Agrifood Forum 2025 mira a stimolare un dibattito sulle nuove sfide per il settore agroalimentare, coinvolgendo istituzioni, associazioni di settore, imprese, innovatori e stakeholder. Una giornata di approfondimento che, per questa quarta edizione, ruoterà attorno al tema “Agricoltura vs. Ambiente: causa del problema o parte della soluzione?”

27/01/2025
Zootecnia, è emergenza. Confagricoltura chiede l’attivazione della riserva di crisi

Attivare la riserva di crisi unionale che permetterebbe, con l’aiuto delle risorse europee, di affrontare la grave crisi del settore zootecnico. E’ quanto propone Confagricoltura, che ha scritto al ministro Lollobrigida per sollecitare un suo intervento in questa direzione.

La zootecnia italiana sta infatti affrontando una crisi senza precedenti a causa del diffondersi inarrestabile di diverse epizoozie e del proliferare della fauna selvatica. I dati relativi all'influenza aviaria sono allarmanti: secondo il bollettino epidemiologico nazionale veterinario, solo nei mesi di dicembre 2024 e metà gennaio 2025 sono stati abbattuti oltre 1.700.000 animali tra tacchini, polli e galline, con un incremento significativo rispetto ai periodi precedenti. I focolai confermati nello stesso periodo sono arrivati ormai a 51 nel domestico e a 77 nel selvatico, con un tasso di crescita che sta accelerando.

Per il comparto suinicolo – aggiunge Confagricoltura - stanno partendo le procedure per la liquidazione dei danni indiretti subiti dagli allevatori per il periodo 1° dicembre 2023-30 novembre 2024, con un plafond che potrebbe rivelarsi insufficiente rispetto al fabbisogno.

A rendere ancora più complessa la situazione è la conferma della presenza dell’afta epizootica, virus ad altissima morbilità, in campioni prelevati da alcuni bufali presenti in un allevamento tedesco nel Brandeburgo e per cui si auspica la messa in atto di tutte le misure possibili per evitare il diffondersi della patologia.

Nonostante il forte impegno del ministro Lollobrigida nel reperire le risorse stanziate, la gravità della situazione supera le capacità finanziarie di intervento attualmente disponibili - evidenzia Confagricoltura - rendendo impossibile garantire un adeguato indennizzo  ai produttori colpiti. Per fronteggiare l’emergenza sanitaria l’istituzione di un fondo nazionale per le emergenze zootecniche che possa attingere al cofinanziamento comunitario, come già avvenuto in passato per l’aviaria, aumenterebbe la leva finanziaria degli interventi compensativi.